Leopolda, guerra interna al PD

Qualche giorno fa si è svolto l’ormai tradizionale meeting del Partito Democratico che si tiene alla stazione dismessa Leopolda di Firenze. L’appuntamento, arrivato ormai alla sua settima edizione, è stato motivo di scontri sia esterni, a causa dei manifestanti che tentavano di raggiungere il luogo dell’ incontro e che hanno dato vita a tafferugli con le forze dell’ordine, ma anche il teatro di rivalità intestine al partito che ormai da anni fanno discutere sulla compattezza della sinistra.

Il premier Matteo Renzi, intervenuto per l’occasione, ha infatti detto “i teorici della ditta quando ci sono loro e dell’anarchia quando ci sono gli altri” riferendosi alla minoranza del partito che sta attualmente spingendo per il NO al referendum costituzionale che si terra il 4 Dicembre e che potrebbe segnare un drastico cambio di rotta per il Paese. Il premier italiano continua accusando suddette minoranze d’essere state anche le artefici della fine dell’ Ulivo e di essere all’opera per far fare al PD la medesima fine.

Renzi rincara la dose asserendo che a questi soggetti del Paese non importa nulla, ed afferma che le loro manovre politiche sono pensate per tornare al potere e l’ultima possibilità che hanno è proprio grazie al referendum costituzionale di prossima votazione. Insomma siamo di fronte ad una vera e propria lotta interna del Partito Democratico?

Il premier non sembra preoccuparsene più di tanto, rincuorato anche dalle grida di sostegno ricevute dalla folla presente all’ evento che all’unisono ha gridato “Fuori, Fuori!” riferendosi proprio alla minoranza sotto accusa. La storia però ci insegna che l’instabilità interna ad un partito non è mai un aspetto da sottovalutare, soprattutto quando anche il resto delle forze politiche è in forte opposizione al governo vigente. Il 4 Dicembre non si decideranno quindi solo le sorti del nostro Paese ma anche il destino del PD.

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